Follow me on TwitterFeed RSS
Il Trionfo di Santa Rosalia
di e con
SALVO PIPARO E COSTANZA LICATA
Liberamente tratto da Il Trionfo di Rosalia di Salvo Licata
e con una preghiera alla santuzza di Filippo D’Arpa
in scena
attori
PAOLO BATTAGLIA
GAETANO BRUNO
DILETTA GIANNOLA
LUIGI VIVARELLI
FIORENZO LO PRESTI
MASSIMILIANO SCIASCIA
VALENTINA DE GIORGI
trionfisti:
ROSEMARY ENEA
WANDA MODESTINI
ROBERTO BELLAVIA
TOTO’ FUNDARO’
comparse:
EDOARDO LUCIANO
LINDA MONGELLI
VIVIANA SPANO’
SABRINA ALESSIO
SARA FRANGIPANE
SILVIA LO VERDE
CHIARA BELLAVIA
ILARIA SPAGNOLI
FABIO SICARI
ELENA BENINATI
MICHELE PULEO
ALESSANDRO LUCIANO
VERONICA MASSARO
AL TEATRO AGRICANTUS DI PALERMO
IL 12, 13 E 14 LUGLIO ORE 22
Il Trionfo di Rosalia di Salvo Licata è una sorta di punto di partenza, di indispensabile abbrivio da cui muoversi per incrociare l’anima vera, nera verrebbe da dire, di Palermo. Una necessaria ed eterodossa cornice, all’interno della quale inserire racconti, innestare storie e personaggi. Insomma, un canovaccio corale e plurilinguistico, sul quale Salvatore Piparo, cantastorie postmoderno, ha innervato il suo ricco e formicolante immaginario innestandolo al virtuosismo e al canto Costanza Licata, figlia dell’autore, ma soprattutto compagna d’arte di questo viaggio devozionale alla santuzza, intersecando al “cunto” tutti i temi musicali del trionfo. Alla fine, a venire fuori è una sorta di retablo panormita, l’identikit multiplo e cangiante di una Palermo sfilacciata, da una parte ancorata a una memoria che sanguina, dall’altra dannata a un imminente oblio. Come dire, tradizione e innovazione copulano per dar vita a un “nuovo trionfo”: che alterna i vecchi trionfisti orbi ai nuovi, a quelli di oggi, devoti ai loro succhi gastrici. Il grande Licata chiudeva il suo omaggio a santa Rosalia con “lu ballu di li virgini”, serbatoio di canti settecenteschi da cui prese spunto, attinse ispirazione. Cosa fa Piparo, dal canto suo? Rivisita questo repertorio, alla luce dei cambiamenti, delle allarmanti metamorfosi del tessuto urbano e di quelli dell’identità cittadina, per non dire della lingua. Introducendo, a un certo punto, lo spettro di una nuova peste: ossia la mancanza di indignazione, che ci sia la mafia di mezzo o la pedofilia, poco importa. In tal modo, il “cunto”, che dal diritambo dei greci si è spinto sino alle scoppiettanti performance di Cuticchio e oltre, qui si fa denuncia: una masculiata della palermitanità sostanziata di moti d’animo, di scatti di risentimento, ricordi, sensazioni, emozioni, tutti quanti innescati dal Festino: dai calci del corteo alle “sciarre” dei bambini alle pallonate contro le saracineche “pittate”, il tutto poi amalgamato dai canti tradizionali del trionfo palermitano, magistralmente eseguiti da Costanza Licata, violino e voce.
Parteciperanno per “devozione” ospiti a sorpresa, le cui epifanie si alterneranno nel corso del Trionfo.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Rosalinda Camarda il 9 luglio 2011 alle 22:17, ed è archiviato come CULTURA, Eventi. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |