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Pepimorgia, il mago della luce
Intervista con il light designer che ha ideato una nuova stanza per l’Art Hotel Atelier sul mare: un viaggio onirico tra leggiadria e infanzia. “La mia camera? Come un magico Luna park”
Un grande artista della luce sbarca all’Art Hotel Atelier sul Mare a Castel di Tusa e inventa una stanza che evoca al viaggiatore la leggerezza del gioco e lo stupore dell’infanzia.
Per Pepimorgia regista e light designer, che ha collaborato con artisti come Federico Fellini, Arnaldo Pomodoro, Mario Schifano, Spike Lee per progetti legati al cinema, al video e all’arte, abituato a progettare grandi spazi, ad illuminare monumenti solenni da Fontana di Trevi, alla cupola di San Pietro, è stata una vera sfida quella di trasformare un piccolo spazio come la camera di un hotel.
Anima della camera, la ventunesima dell’Art Hotel fondato e ideato da Antonio Presti, che si arricchisce così della firmaprestigiosa di un altro artista contemporaneo (lo chiamavano il pittore del 2000, quando il Duemila era ancora futuro… ) è il grande letto trasparente in plexiglass che si illumina di diversi colori cosicché l’ospite-viaggiatore possa lui scegliere l’atmosfera che desidera. Un grande letto che è scultura e al tempo stesso “cabina di regia”, consegnando il telecomando della luce all’ospite che la abita. Chi si addormenta può scegliere la carica passionale del rosso, l’atmosfera rarefatta del verde o del giallo, la potenza onirica del blu, tutto cambiando poi colore a seconda del proprio o stato d’animo o della propria voglia di giocare. Un letto che è un po’ scultura, installazione contemporanea e un po’ luna park.
Dai grandi spazi come il Colosseo (provocatoriamente illuminato di giallo e verde) alla camera di un albergo. E’ stato difficile lavorare in una dimensione così ridotta?
“All’inizio si. E’ stato difficile intellettualmente, questo ridurre in centimetri, tagliare con la luce uno spazio ristretto. L’idea vincente è stata questo grande letto-monumento che diventa simbolo. Una scultura che è la cabina di regia di un percorsofilosofico e tecnico al tempo stesso. L’ospite ha la possibilità di farsi così il suo viaggio, scegliendo il colore in sintonia con il suo stato d’animo. E’ come un pilota in una cabina di regia. Può scegliere di addormentarsi nel limbo del blu, oppure nel rosso acceso. O tra le ombre di una suggestiva candela posta sull’unico comodino della stanza bianca. Fino alla scoperta dell’interruttore della lampada di Wood che rivela sulle pareti dei simboli, dei geroglifici. Sulle pareti “disegnati” dalla violetta appaiono dei messaggi: di fronte al letto sulla finestra che si apre un paesaggio solare o lunare, a scelta del viaggiatore, c’è il mio motto “La luce è vita” sulle pareti le suggestioni di parole fluorescenti come forma…spazio.. eterea.., la luce …
Cosa vuole evocare la stanza della luce al viaggiatore?
“Sicuramente leggiadria, gioco. E’ come entrare dentro un grande luna park. E’ un viaggio psichedelico che guarda agli anni Sessanta e Settanta. L’avvento della luce come installazione d’arte risale a quegli anni. Se penso a una musica che accompagni questo viaggio interiore penso ai Jefferson Airplane o ai Pink Floyd”.
Che cos’è la luce per Pepimorgia?
“La luce è potenza, ha la forza di suggerire un cambio di atmosfera con un solo cambio di colore. E’ immediata perché visiva. Durante i concerti di De Andrè (il light designer ha ideato le scenografie per spettacoli di grandi artisti, da Elton John all’indimenticabile Faber , di cui ha anche curato alcune mostre - ndr) alla frase dei papaveri rossi nella “Guerra di Piero” il teatro si accendeva di un rosso intenso che avvolgeva gli spettatori, che ricambiavano immediatamente l’emozione visiva con un applauso scrosciante”.
Com’è stato il suo incontro con il mecenate Antonio Presti?
“Ci ha presentati un’amica comune più di vent’anni fa… – sorride – … ad una festa di Capodanno all’Art Hotel sul mare. Da anni pensavamo ad un lavoro insieme, fino alla scelta della Stanza della luce”.
Che si inaugura insieme al Rito del Luce di Motta D’Affermo il 18 giugno…
“Si. Naturalmente è una scelta simbolica. La luce del solstizio è la luce alla sua apoteosi. L’immagine è quella del trionfo della luce su tutto. Per l’inaugurazione ci sarà una performance musicale e visiva al tempo stesso dentro la stanza. Ma i dettagli saranno una sorpresa per i visitatori”.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Rosalinda Camarda il 3 giugno 2011 alle 23:58, ed è archiviato come ARTE, CULTURA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |